domenica 29 maggio 2011

Un monumento all'abilità ingegneristica e un monito a tenere conto dei limiti imposti dalla natura: la diga del Vajont

La diga nei giorni successivi al disastro
La diga del Vajont è la quinta diga più alta del mondo e la seconda ad arco.  E' nota in tutto il mondo a causa della frana del 9 ottobre 1963 che ha colmato buona parte del bacino idrico sviluppato a monte.  La frana riguardò circa 270 milioni di m³ di roccia (un volume quasi triplo rispetto all'acqua contenuta nell'invaso) e provocò un'onda di piena di circa 25-30 milioni di m³, che superò di 100 m in altezza il coronamento della diga. L'onda scavalcò il manufatto, che rimase sostanzialmente intatto seppur privato della parte sommitale, riversandosi nella valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone provocando una strage: 1917 vittime.
Lo sbarramento è a cupola. Il suo spessore alla base è di 22.11 metri e quello minimo è di 2.9 metri. Il suo coronamento è lungo 190.5 metri con una corda di 161 metri, dotata di 16 scarichi di superficie e 4 scarichi in profondità.
Diga del Vajont
Il fatto impressionante è che la diga abbia resistito perfettamente, malgrado sia stata sottoposta a un evento franoso di simili dimensioni. Questo manufatto è diventato così, contemporaneamente, sia un monumento all'abilità ingegneristica sia un monito a tenere conto dei limiti imposti dalla natura e a tenere in necessaria considerazione gli studi geologici, soprattutto per opere di simile portata.
Ancora oggi la diga è perfettamente intatta e contiene al suo interno, al posto di una massa d'acqua, la parete del Monte Toc.

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